Perché sosterrò Renzi, e perché ve lo racconto.

Sottotitolo/1: Anche se non sposterò di un grammo l’ago della bilancia, ma voglio provarci, ne vale comunque la pena.

Sottotitolo/2: Ovvero perché voterò Renzi, e poi Bersani, nel caso decidessimo di rimanere un partito di ex-qualchecosa.

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Ho cominciato a scrivere queste quattro righe mentre sullo schermo del computer vedevo scorrere i tweet dall’Assemblea Nazionale del PD. E’ da qui che voglio partire. Da un’assemblea, da un partito, da un gruppo di persone che vuole seriamente prendersi la responsabilità di governare l’Italia dopo la parentesi montiana (parentesi o punto zero? Discutiamone), che non è stata assenza di democrazia, o di politica. E’ stata una scelta, ed in quanto tale, politica. Tanto necessaria quanto tecnica. E chi continua oggi a tirarlo per la giacca è perché non ha coraggio di esporsi e sa di non essere credibile agli occhi degli elettori. Chiunque, sia a destra come a sinistra. Ma non è di Monti che vorrei parlarvi.

Parto dall’assemblea perché è li che vengono prese le decisioni. Perché è l’emblema di un partito che vuole essere serio. Di una politica che vuole essere credibile. Non è l’uomo solo al comando che può salvarci dalla situazione in cui ci troviamo, quelle sono cose di destra ed è li che vorrei lasciarle. Come allo stesso modo non è un uomo solo che ci ha portato a tutto questo. E’ una scusa facile, una semplificazione, un modo per scaricare le responsabilità. E non è questo che la politica, ne tanto meno il PD, deve fare per poter ripresentarsi come credibile.

Non ci sarà alcun uomo della provvidenza, non è quello che cerchiamo. Renzi non lo è. Non ha i super-poteri, non vuole imbrogliare nessuno. Renzi non è Berlusconi. Smettiamola con queste fesserie e cominciamo a riflettere seriamente sulla situazione e non sulle favole. Renzi non è “l’uomo nuovo”, l’imprenditore che rinuncia alla sua vita aurea, non scende in campo per salvarci dai mostri comunisti. Non possiamo colpevolizzarlo se sa comunicare bene, se ha carisma, se piace alle mamme e alle nonne.

Renzi non è di destra. Fassina, tra le altre cose, lo ha appena accusato di avere nel proprio programma alcuni punti del PD. E allora? Non è del PD che stiamo parlano? Non è un “nostro” amministratore?

Non è che a piacere a quelli di destra si diventi di destra, per trasposizione. Sono piuttosto quelli, che non sapendo più da che parte stare, in preda ad una confusione post-traumatica dopo vent’anni di sospensione delle funzioni cerebrali, si affidano e scodinzolano dietro al nuovo leader, a quello con un po’ di fascino, a quello che vedono come il nuovo padrone. Anche se non è padrone di un bel niente.

Si, il fascino. Dove sta scritto che dobbiamo essere brutti e noiosi per essere veramente di sinistra?

Renzi è cattolico sì, ma non per questo di destra. La visone che Rosy Bindi ha delle coppie gay è di destra, quella sì, e conservatrice. Perché non lo diciamo? L’omertà decisionale di certe frange dirigenti del nostro partito è di destra, di chi talvolta si nasconde dietro al nome (fin troppo abusato, ed a sua insaputa) del nostro, si anche mio (!), Segretario. I caminetti con le lobby (poco trasparenti) sono di destra, non l’elenco dei finanziatori on-line, né tantomeno le lobby di per se stesse. I metodi accusatori di taluno (sempre, anche in questo caso, Fassina) basati su supposizioni strampalate, il mantenimento conservativo dello “status quo”, queste si che sono cose di destra.

Sinceramente, io non ce l’ho con Bersani. Pare, anche se non lo conosco personalmente, una persona squisita. Sembra il vecchio amico che ognuno di noi meriterebbe d’avere. Corretto, leale, genuino. L’uomo che voterei e a cui darei la mia fiducia, se fossimo un Paese normale. Ma lo sapete meglio di me che non lo siamo.

Purtroppo, e lo dico davvero, dietro a Bersani non c’è solamente Bersani. C’è un mondo che, piaccia o no, vuole rimanere tale. Ma è un “tale” che a me non va più bene.

E dietro a Renzi cosa c’è? Non vedo Renzi in quanto tale ma in quanto mobilita persone che sono stufe di sperare ma però vogliono concedersi il lusso di un’ultima occasione. Perché deluderle? Vedo in Renzi, e dietro a lui, l’entusiasmo di chi è rimasto deluso ma ha ancora l’ingenuità, sana, di credere in qualche cosa, o a qualcuno. Vedo dietro a Renzi la rabbia di chi negli ultimi due anni ha votato Grillo controvoglia, e pure vergognandosi un po’, solamente per farsi sentire, perché abbiamo una classe dirigente sorda. E questo è innegabile. E cosa dire dei delusi della Lega, che per dieci anni le analisi post-elettorali li hanno definiti come “gli operai delusi che una volta votavano PCI”. Cosa facciamo se un po’ di entusiasmo ha superato la paura che questi avevano del diverso, se la proposta di un’Europa più democratica supera la nostalgia di un ritorno alla lira? Li tacciamo di ignoranza e populismo? Bella strategia politica insultare i propri futuri (e probabili) elettori.

Vedo dietro a Renzi, anche e soprattutto, molti Amministratori o ex o futuri, di sinistra, seri, competenti. Di sinistra, già detto, ma vorrei enfatizzarlo. Che non si limitano a rottamare ma propongono e lavorano, seriamente.

Vedete, non è Renzi in se. Ma è l’occasione che ci viene posta. I leader si cambiano, come i Papi. Solo D’Alema resta tale. Se Renzi non va bene oggi, perché antipatico o sbruffone, verrà sostituito da qualcun altro nel corso degli anni, in maniera democratica, e non per investitura, o cooptazione, o per grazia ricevuta. Sono invece le ambizioni, le ansie, i sogni e le paure delle persone che rimangono le stesse. E vanno rappresentate in qualche modo. E’ la volontà di cambiamento che non cambia mai (paradossale, lo so). Non capire il cambiamento significa escludersi dal farne parte. E questo non possiamo permettercelo.

Voterò Renzi perché sta al gioco della Democrazia. Perché se si candida alle primarie non è perché lo ha deciso lui da solo ma perché l’Assemblea Nazionale del Partito in cui milito ha votato e modificato lo Statuto, facendo in modo che gli iscritti possano candidarsi alle primarie (pensate un po’!), perché 20.000 iscritti firmeranno nelle prossime settimane per la sua candidatura. Non lui da solo.

Voterò Renzi perché non crea partiti nuovi sul predellino di un’auto blu, e nel caso lo facesse perderebbe all’istante il mio voto, e con me quello di molti altri (tranne quello, probabilmente, degli scodinzolatori di qui sopra).

Siamo all’interno delle regole, siamo all’interno del Partito Democratico. Per questo sosterrò Renzi alle primarie, e se perde darò il mio voto a Bersani, anche se vorrà dire che il PD non è ancora pronto a correre ma vuole restare un po’ ex-Ds e un poi ex-Dc, un po’ minoritario e un po’ proporzionale.

Far finta di non vedere il cambiamento in atto nel Paese è miopia politica. Non ascoltare le persone deluse è pura idiozia. Tacciare il nuovo di inadeguatezza è paura. L’ha detto già Baricco alla Leopolda, poco meno di un anno fa. Me lo riguardo come un mantra, ogni volta che ho bisogno di un po’ di coraggio. Guardatelo anche voi, fatevi questo piacere. Forse è arrivato il momento di smettere di aver paura di perdere e di cominciare a giocarci fino in fondo questa partita.



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