Il bambino e le infografiche

La comunicazione in politica è fondamentale. Ce l’ha insegnato B. che ci ha preso per i fondelli vent’anni a suon di slogan vuoti e promesse luccicanti.

La politica è convincere il numero maggiore di persone a credere che quello che proponi sia migliore di quello dell’altro. Naturalmente non è solo questo. E chi mi conosce sa che sono un fervido assertore della buona politica, cioè quella fatta di contenuti, condivisi e partecipati.

Fattostà che abbiamo voluto e lottato (non noi poltroni, ma i nostri avi) per il suffragio universale. Per dare a tutti, uomini e donne, il diritto di votare e di esprimersi liberamente. Poi, sempre noi (e questa volta noi veramente!), abbiamo assistito inermi alla volgarizzazione della cultura popolare, allo sfacelo collettivo, all’abbandono dell’intelligenza come discriminante del merito. Facendo in modo di rendere inutile la libertà di espressione: se non hai nulla di sensato da esprimere, te ne fai una cippa della tua libertà. Abbiamo dato la possibilità alle masse di decidere del proprio destino, e poi le abbiamo umiliate, togliendone le capacità.

Come possiamo ora lamentarci o meravigliarci, talvolta, del successo dei populismi. Delle facilonerie. Delle scontentezze? Se per populista intendiamo colui il quale ottiene consensi facili dicendo cose facili e mostrandosi bello. Per farlo è necessario un buon carisma ed un’ottima campagna marketing. La sostanza viene dopo, in questo caso. Quella è difficile che raggiunga 20 milioni di italiani. Raggiungerà 5, forse 6 milioni. Ma le elezioni si vincono col 50% +1. Dunque facciamoci belli e comunichiamo, altrimenti continueremo a perdere. O semplicemente faremo vincere gli altri.

In questo senso, Renzi, che stupido non è, anche se c’ha quella faccia un po’ inebetita che fa tanta tenerezza, sembra esser molto attento. Ha uno staff che sa farci, con infografiche, foto (un po’ alla instagram) e video (vedi matteorenzi.it). Poco, facile, scontato, direte voi. Ma è qui che si gioca la partita.

E’ anche così che si fa politica, o per meglio dire comunicazione. Ma intanto è trasparente e condivisa. Cominciamo da quella, che male non fa.

Si dirà che sembrano prodotti copiati dalla campagna di Obama, ma le best practices si mettono in rete per essere condivise, e ad Obama certo non dispiacerà se le sue grafiche vengono riprese dai colleghi, democratici, italiani.

Ora non so se Renzi davvero avrà futuro. Se la spunterà alle primarie. Se avrà il mio voto. Di certo seguirò con un certo interesse il suo percorso.

Ma una cosa la so. Se perde le primarie teniamoci stretto almeno il suo staff.

 

Ps. Aspetto i Suv della Fiat con l’adesivo: RENZI fammi il pieno, ADESSO!

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